L'interpretazione testuale ha un metodo. L'interpretazione segue delle Regole. Questo saggio vuole isolare le Regole e le procedure che il Comprendente mette in opera, spesso a livello inconscio, all'atto della comprensione testuale. Le Regole ed il Metodo non sono soltanto isolati ed enunciati in via teorica, ma saggiati sul campo all'atto dell'interpretazione di un noto testo di natura filosofica. Ciò, infatti, che solitamente accade è la produzione da parte del Comprendente di un'interpretazione, la quale viene enunciata per iscritto e difesa da altre interpretazioni concorrenti dello stesso testo. Non lascia, invece, traccia di sè il lavorio interpretativo (spesso lungo e travagliato) che sta a monte e di cui l'interpretazione prodotta è soltanto il portato ultimo. Io ho cercato, viceversa, di conservare traccia scritta di ciò che in un' interpretazione è occultato, facendo d'esso stesso l'oggetto dell'analisi.
Questo studio m'è stato suggerito dalla rilettura di parte del materiale accumulato durante la Tesi di Laurea e nel quale avevo riprodotto passo passo il formarsi dell'interpretazione cui sono pervenuto da ultimo, esattamente nel mentre in cui essa si formava. L'idea di questo studio, per la verità, era già presente alla mia mente durante il lavoro di Tesi, rendendomi io conto di usare un Metodo, comprensivo di determinate Regole, senza averlo preliminarmente esplicitato. E' per questo scrupolo "di metodo" che acclusi in Appendice alla Tesi un elenco di Regole da me applicate, seppure ancora impreciso e allora privo di una solida (seppure tentata) giustificazione teorica.
Il primo sguardo filosofico dell'Umanità è quello che essa ha gettato sul suo stesso fare: altro, infatti, è fare, altro avere la consapevolezza teorica del proprio fare. Questo saggio vuole essere un primo sguardo.
Nota. Il Metodo e le Regole oggetto della ricerca, sono stati desunti dalla pratica interpretativa del testo filosofico, tuttavia possono essere estesi ad ogni tipologia di testo a natura concettuale, purchè esso esprima i propri concetti attraverso il linguaggio naturale. Dico testo "a natura concettuale" escludendo con ciò il testo poetico; dico testo "a natura concettuale espresso in linguaggio naturale" escludendo con ciò testi specialistici matematici o fisici, i quali esprimano i propri concetti in linguaggio tecnico, ma non escludendo i testi matematico-fisici a carattere divulgativo.