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LETTERATURA

La sezione. Questo titolo si articola in due sottosezioni: Racconti e Sceneggiature. Rinviamo alla presentazione delle sottosezioni per avere un quadro più dettagliato di quanto in esse contenuto. Il titolo Letteratura, data la mole di materiale ospitato, rappresenta il nucleo portante del sito.
Sul racconto. Dite in cinque parole quello che avreste potuto dire in dieci (o venti o anche sessanta) e condensate in una pagina quello che avreste potuto raccontare in dieci (oppure venti o trenta): l'effetto sarà lo stesso? Credo di no. Non è solo questione di lasciare tempo a chi di tempo ne ha poco: è questione di produrre un'emozione condensata, come un proiettile che ti esplode all'improvviso in pieno petto, o piuttosto dilatata come il lento ma inesorabile gocciolio d'acqua che si apre un varco nella roccia. Prendete un romanzo: solo per mole è uno stillicidio d'emozioni. Ogni volta bisogna riprendere da dove si è lasciato la volta prima, ritrovare personaggio e intreccio: l'emozione, in tutto ciò, ha il tempo di sedimentarsi, di farsi ragionevole. Prendete invece un racconto: data la sua mole ristretta, in genere è letto tutto d'un botto, così come s'ingoia un bicchiere d'acqua o, ancor meglio, di liquore. Non c'è un meglio e un peggio: è solo questione di gusti personali. Non so nemmeno se il racconto sia la forma di scrittura più adatta ad un tempo come il nostro che non ha tempo e non è disposto a prendersi tempo. L'unica cosa certa che so è che per me (da lettore prima che da scrittore) è il giusto compromesso fra poesia e romanzo.
Sulla sceneggiatura. Quanto alla sceneggiatura, essa non è un genere propriamente letterario. Le sceneggiature non sono fatte per essere lette, ma per essere viste. Il grande pubblico non legge sceneggiature, ma vede i film tratti da quelle sceneggiature. Leggere una sceneggiatura richiede una dose di pazienza e volontà molto maggiore rispetto alla lettura di un racconto. So tutto questo. Ed è per questo motivo che ho cercato di appesantire il meno possibile le sceneggiature riportate, omettendo molti dettagli "di sceneggiatura", appunto
Si domanderà: perchè due generi letterari così diversi - l'uno, per la verità, neppure un genere letterario vero e proprio? Non c'è un motivo particolare. Io penso per immagini, ma, a differenza di altri, non riesco a pensare immagini senza parole. La mia attitudine originaria è quella dello sceneggiatore, non del narratore. Anzi, quanto ad attitudini, ciò che mi cosidero è, nell'ordine: un filosofo, uno sceneggiatore e un narratore. Ciascuna delle mie nature influenza le altre: così, come sceneggiatore, risento di una certa e, forse, troppo ingombrante vena intellettualistica, come narratore tendo ad essere molto visivo e poco narrativo, e così via. Spesso una natura è una tara per le altre, sicchè non posso dirmi a rigore nè uno sceneggiatore, nè un narratore, ma, forse, unicamente un filosofo. Detto ciò, come narratore ho scelto la forma letteraria che da lettore preferisco: ossia il racconto. L'unico motivo è che la preferisco, non fosse altro che per una questione di pigrizia.



FILOSOFIA

Questa sezione presentava in origine due titoli: una raccolta comprendente due saggi sul pensiero del filosofo inglese Thomas Hobbes (1588-1679), nonchè un mio scritto di Teoria dell'Interpretazione e un primo abbozzo di Teoria del Linguaggio; un'altra comprendente lezioni da me tenute in vari tempi e luoghi su argomenti di Storia e, soprattutto, Filosofia. Quanto al primo titolo, ho deciso di non aggiungere né togliere nulla a quello che era, con un'avvertenza però: che si trattava solo dell'inizio. Il pensiero che allora cominciai a pensare in tutti questi anni l'ho pensato compiutamente e compiutamente l'ho messo per iscritto - non qui, ma altrove.