La sezione. Questo titolo si articola in due sottosezioni: Racconti e Sceneggiature. Rinviamo alla presentazione delle sottosezioni per avere un quadro più dettagliato di quanto in esse contenuto. Il titolo Letteratura, data la mole di materiale ospitato, rappresenta il nucleo portante del sito.
Non ci nascondiamo (e questo è un augurio) che la pubblicazione via Internet sia un mezzo di diffusione del materiale (in specie delle sceneggiature) non soltanto presso il pubblico, ma presso gli stessi addetti ai lavori, e che tale materiale possa incontrare una qualche valorizzazione da parte di costoro.
Sul racconto. Il racconto, a mio avviso, data la sua concisività, è la forma letteraria che in una società che ha sempre meno tempo ed è sempre meno disposta a prendersi tempo, quale quella attuale, ha le maggiori possibilità di diffusione presso il largo pubblico. Al di là di questa considerazione, che nulla aggiunge o toglie al valore artistico del racconto come genere, io amo il racconto poichè, a differenza del romanzo, concentra l'emozione in un solo istante. I romanzi, in genere, data la mole, sono sempre uno stillicidio d'emozioni: ogni volta bisogna ricordare il già letto, rimettersi nell'ottica, re-immedesimarsi nei personaggi: l'emozione, con tutto ciò, ha il tempo di sedimentarsi, di farsi ragionevole. Il racconto, per contro, data la mole solitamente ristretta (un caso a parte è costituito dai racconti lunghi, che sono una via di mezzo fra romazo e racconto), è in genere letto di getto, tutto d'un botto: in tal senso l'emozione, il sentimento, si concentra. Credo sia un'esperienza, da questo punto di vista, simile alla visione di un film: anche in quel caso il film viene visto di seguito, sino alla fine, senza interruzioni temporali.
Sulla sceneggiatura. Quanto alla sceneggiatura, essa non è un genere propriamente letterario. Le sceneggiature non sono fatte per essere lette, ma per essere viste. Il grande pubblico non legge sceneggiature, ma vede i film tratti da quelle sceneggiature. Leggere una sceneggiatura richiede una dose di pazienza e volontà molto maggiore rispetto alla lettura di un racconto. So tutto questo. Ed è per questo motivo che ho cercato di appesantire il meno possibile le sceneggiature riportate, omettendo molti dettagli "di sceneggiatura", appunto
Si domanderà: perchè due generi letterari così diversi - l'uno, per la verità, neppure un genere letterario vero e proprio? Non c'è un motivo particolare. Io penso per immagini, ma, a differenza di altri, non riesco a pensare immagini senza parole. La mia attitudine originaria è quella dello sceneggiatore, non del narratore. Anzi, quanto ad attitudini, ciò che mi cosidero è, nell'ordine: un filosofo, uno sceneggiatore e un narratore. Ciascuna delle mie nature influenza le altre: così, come sceneggiatore, risento di una certa e, forse, troppo ingombrante vena intellettualistica, come narratore tendo ad essere molto visivo e poco narrativo, e così via. Spesso una natura è una tara per le altre, sicchè non posso dirmi a rigore nè uno sceneggiatore, nè un narratore, ma, forse, unicamente un filosofo. Detto ciò, come narratore ho scelto la forma letteraria che da lettore preferisco: ossia il racconto. L'unico motivo è che la preferisco, non fosse altro che per una questione di pigrizia.